1,2,3 stella! il blocco dello scrittore tra perfezionismo e sindrome della pagina bianca

La pagina bianca: il terrore dello scrittore.

Il blocco creativo, quel vuoto cosmico che si apre nella nostra mente quando guardiamo la pagina immacolata sullo schermo, senza riuscire a scrivere una sola parola, provoca un’asia che cresce come un tornado dentro il nostro stomaco.

Capita appena apriamo il file, altre volte si insinua a poco a poco in una sessione di scrittura che fatica a decollare e in cui battiamo più sul tasto canc che sulle lettere.

Altre volte, infine, si presenta all’improvviso, proprio come quando giocavamo a 1,2,3 stella! Di colpo ci blocchiamo come statuine del presepe con le dita sulla tastiera, con la sensazione di essere sul bordo del nostro burrone creativo.

L’ansia che scatena contribuisce a paralizzare del tutto la nostra creatività e crea quel senso si panico ovattato che dal nostro cervello viene letto come “non sono in grado più di scrivere”, “non ho più idee”.

Un mindset corretto previene il blocco dello scrittore

Ma lo sai che la sindrome della pagina bianca è anche conseguenza di un mindset da scrittore errato?

Ebbene sì! Infatti questo blocco è legato a doppio filo alla creatività, che è uno degli elementi portanti dell’attività di uno scrittore.

Io la creatività l’ho sempre pensata come un pozzo in cui getto il secchio e tiro su acqua, con l’infondata convinzione che ne troverò sempre: ma anche i pozzi si asciugano. E lo fanno inaspettatamente, molto più spesso di quanto si immagini. Pensiamo a tutte quelle volte che le nostre idee si perdono in binari morti fatti di frasi slegate e pensieri scollati.

La creatività è un bene prezioso che deve essere curato e coltivato, a cui bisogna dedicare spazio, tempo e soprattutto è indispensabile alimentarlo nel modo giusto.  

La paura della pagina bianca si sconfigge con routine vincenti, che diano alla creatività linfa continua e tengano vibranti i nostri sensi ed eccitati i nostri neuroni. Il nostro cervello ha bisogno di stimoli che riusciamo a raccogliere solo se inseriamo nel nostro quotidiano abitudini che:

  • ci facciano entrare in contatto con il mondo, non solo attraverso i viaggi, ma anche con routine quotidiane che ci stacchino dalla scrivania
  • ci permettano di usare del tempo per toccare le altre forme d’arte: libri, mostre, musica, film e serie tv
  • ci diano la possibilità di coltivare hobby e interessi che ci appassionino a tal punto da farci perdere il senso del tempo.
  • ci consentano di entrare in contatto con la natura, attraversandola, guardandola e sperimentandola, anche facendo sport
  • ci spingano a interfacciarci con le persone e a perderci nelle emozioni

Dobbiamo abituarci ad acquisire almeno alcune di queste routine, riuscendo a viverle pienamente e non solamente presenziandole, mentre lasciamo che la nostra testa vaghi altrove, altrimenti perdono tutti i loro effetti benefici.

L’anima nera della pagina bianca è il perfezionismo nella scrittura

Un altro elemento che contribuisce in maniera pesante al blocco è il perfezionismo: soprattutto nelle prime fasi della scrittura è peggio della kriptonite.

Affannarsi fin da subito a cesellare frasi e parole, rincorrendo la perfezione durante la stesura iniziale, porta a interrompere il flusso creativo, perdendo quello slancio fondamentale che ci permette di completare la prima bozza..

Il perfezionismo spesso è figlio della nostra insicurezza, ma in parte lo è anche dell’inesperienza, tuttavia su ambedue è possibile lavorare per arginarlo e far sì che non diventi la causa che ci inchioda alla prima cartella.

Questo aspetto merita un articolo da titolare, che vi proporrò in seguito, perché è un problema subdolo che necessita un approccio d’urto.

Fare scorta di input per combattere il blocco dello scrittore

Ma non basta fare questa fase di raccolta di input, bisogna poi saper separare la pula dal grano e trattenere quegli spunti che meglio di altri sono riusciti a stimolare la nostra curiosità.

Dobbiamo saper immagazzinare quegli stimoli già traducendoli in idee, trasformarli sistematicamente in parole e archiviarli in maniera organica, così che siano facilmente consultabili, soprattutto quando il pozzo della nostra creatività si asciuga e la pagina bianca ci tende il suo agguato.

Bisogna sapersi appuntare in poche brevi frasi il concetto o la sensazione, sul telefono, su un taccuino, sul tovagliolino di un bar e, quando si torna al nostro laptop, inserirli a video, in modo che siano “centralizzati” e immediatamente disponibili.

I modi per archiviarli sono tanti:

  • un file Excel in cui, per ogni foglio, inseriamo idee legate alla stessa area tematica, indicata nella linguetta identificativa
  • un foglio Word per ogni gruppo concettuale di idee o sensazioni (e il titolo del file ci aiuterà a tracciarlo)

In entrambi i casi possiamo anche inserire foto fatte con il nostro cellulare o prese dal web, oppure stralci di libri, sempre fotografati, per avere un rapido riferimento.

  • Ma per esperienza ho capito che spesso ogni area tematica evolve: a idee si sommano idee, citazioni, immagini. Per questo io preferisco usare una mappa mentale: Xmind a questo proposito è un programma intuitivo di cui non potrete più fare a meno.

Nella mappa mentale posso inserire testi e foto, ma posso anche costruire una rete di connessioni e un flusso di ragionamento che è preziosissimo nello sviluppo di un’idea e uno strumento impareggiabile per sbloccarci quando la sindrome della pagina bianca ci mette al tappeto.

Per togliere il blocco occorre far fare un warm up al cervello dello scrittore

Sfogliando le mappe dei diversi temi è come se facessimo riabilitazione alla nostra creatività. Anche se gli argomenti sono diversi da quello di cui stiamo scrivendo, con questa revisione facciamo fare il warm up ai nostri neuroni e alla parte destra del nostro cervello, dove risiede la funzione creativa..

Un piccolo consiglio: a volte anche abbandonarsi a scrivere qualcosa, che spesso non c’entra nulla con ciò su cui dovremmo lavorare, ma che ci nasce spontaneo percorrendo una mappa mentale, rimette in movimento la nostra anima creativa.

Provare per credere…

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Luca Redaelli

Un passato da manager e una passione sfrenata per tutto ciò che è scritto.

Un lettore onnivoro che ha deciso di vivere di parole, con la consapevolezza che la passione per la scrittura è niente senza uno studio costante e il coraggio di guardarsi dentro

Sempre più convinto che il cambiamento sia l'unica regola per vivere davvero e l'ironia sia un buon esercizio di intelligenza.

Nel tempo libero si diletta ai fornelli e ama il trekking in montagna, ma non perde occasione per preparare la valigia e partire per una nuova meta, soprattutto alla scoperta del suo amato Oriente.

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2 commenti

  1. Argomento centrale per chi ha ambizioni da autore. Condivido in toto il suggerimento di fare scorta di imput: una scena ad un semaforo, un dialogo in pasticceria, una sequenza riflessiva in una serie tv, le bestemmie di quattro anziani che giocano a carte al bar. Una università a cielo aperto.

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