Smetti di fare come Penelope! Solo quando capirai che puoi guadagnare con la scrittura il cancello della tua zona comfort si aprirà

Per chi è innamorato delle parole e da sempre sogna di vivere scrivendo, non importa se da scrittore, da copywriter o da ghostwriter, l’ostacolo da affrontare è uno solo: capire come si può guadagnare con la scrittura.

I modi ci sono e non sono nemmeno pochi. L’importante è offrire un servizio di qualità che preveda non solo la passione ma un’adeguata formazione, che è imprescindibile nel mercato dei professionisti attuali, al fine di attrarre clienti in target e trovare lavori remunerativi.

Mantenersi con la scrittura non è un’impresa da supereroi

Quando le condizioni della nostra vita ci portano a trasformare un desiderio in un bisogno significa che non possiamo più sottrarci al confronto con ciò che vogliamo con tutto noi stessi.

È quella la fase più difficile in cui la maggior parte fallisce: molti per paura, buona parte  per incapacità di organizzare e perseguire un progetto, consapevoli che la strada è in salita.

In particolare parlando di scrittura le cose sembrano complicarsi, perché nel pensare comune “scrivere”, e tutti i lavori satelliti che gli ruotano attorno, non sono dei “veri e propri lavori”.

Ma chi si è preso la briga di affrontare il problema sa che si può guadagnare con la scrittura, è solo un po’ più difficile, anche proprio a causa di quel pensare comune di cui sopra.

Per riuscirci gli ingredienti sono pochi ma indispensabili:

  • amore incondizionato per la lettura e per la parola scritta
  • una naturale propensione alla scrittura, che è da considerarsi una base da cui partire e non un punto di arrivo
  • una formazione approfondita
  • una buona dose di curiosità
  • tanto lavoro, quantificabile in tantissime pagine scritte, rilette e revisionate
  • la capacità di esplorare ogni tipo di scrittura: narrativa, sceneggiatura, business, web per trovare quella che ci calza addosso nella maniera migliore
  • essere imprenditori di se stessi e sperimentare, forti che, se siamo preparati, le occasioni non mancheranno: perché scrivere bene e in maniera efficace non è da tutti. Proprio per nulla.

Uscire dalla comfort zone è la cosa più difficile

L’ingrediente principale, quello che deve però essere messo prima di tutti, è il coraggio di lanciarsi e uscire dalla comfort zone: senza quello non si va da nessuna parte.

Lo so, rimandare è così semplice, direte voi… peccato che prima o poi arriva il momento in cui si è costretti ad affrontare; a quel punto per lo più sotto stress, il cambiamento che avremmo potuto lavorare in maniera più tranquilla e costruttiva.

Troppo spesso dimentichiamo che siamo tutti una bottiglia di vino che deve essere bevuta prima che diventi aceto: aspettare il momento giusto o posticipare per paura sono due azioni che, senza saperlo, ci accorciano la vita.

Non dobbiamo mai dimenticare che il potere della scelta è sempre in mano nostra. Come nel palio di Siena, noi siamo i mossieri di noi stessi: noi abbassiamo il canapo e decidiamo di svoltare in un’altra vita! E, proprio come un mossiere, lo dobbiamo fare quando le condizioni si allineano e in noi si concretizza la fattibilità del nostro progetto.

Ma per far questo dobbiamo vincere la paura del cambiamento che è insita in ognuno di noi.

Come superare la paura del cambiamento: la tentazione di Penelope

Soprattutto quando siamo messi alle corde, immaginarci un’alternativa, una prospettiva differente che ci liberi dalla situazione che ci costringe nell’angolo è una panacea che ci solleva lo spirito: in quel momento intravediamo una via d’uscita, gonfiando la nostra speranza come un materassino da mare. La sensazione momentanea è a dir poco dopante, e, in quei momenti, il nostro meccanismo di autodifesa è capace di farci costruire piani complessi nella nostra mente, dove diamo una forma ai sogni e li vestiamo delle nostre aspettative. E tutto questo ci fa stare infinitamente bene.

Ma poi, implacabile, subentra quasi sempre la tentazione di Penelope. Come lei, quando i proci andavano a dormire disfaceva la sua tela, noi smontiamo il nostro progetto, smantelliamo la nostra prospettiva e ci ritroviamo esattamente nello stesso preciso punto da cui siamo partiti: alle corde.

È quello il nostro più grande errore. Il motivo per cui la maggior parte delle persone ripiomba nella sua routine e non riesce a darsi davvero una chance per cambiare la propria vita. Nel migliore dei casi troviamo immediatamente un alibi per aver smontato la nostra idea, nel peggiore archiviamo la cosa bollandola con un “ma dove voglio andare?” e ci facciamo risucchiare dal flusso della nostra quotidianità. Ma questo è il modo migliore per non amarsi!

Proprio a quel punto dovremmo invece chiederci quanto è veramente vitale per noi cambiare la nostra situazione, la nostra vita.

Chiediamoci perché la nostra mente è corsa verso quell’idea.

Interroghiamoci perché quella prospettiva ci fa stare così bene

Domandiamoci se il nostro non è invece solo un problema di coraggio.

Chiediamo alla Penelope che è in noi di non disfare la nostra tela, di andare a letto e riposare, di dormirci su e la mattina dopo dare a quell’idea una possibilità.

In quell’idea ci potrebbe essere il germe del cambiamento che aspettiamo.

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Luca Redaelli

Un passato da manager e una passione sfrenata per tutto ciò che è scritto.

Un lettore onnivoro che ha deciso di vivere di parole, con la consapevolezza che la passione per la scrittura è niente senza uno studio costante e il coraggio di guardarsi dentro

Sempre più convinto che il cambiamento sia l'unica regola per vivere davvero e l'ironia sia un buon esercizio di intelligenza.

Nel tempo libero si diletta ai fornelli e ama il trekking in montagna, ma non perde occasione per preparare la valigia e partire per una nuova meta, soprattutto alla scoperta del suo amato Oriente.

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2 commenti

  1. Ho apprezzatto ogni singola parola di questo post! Mi ha sempre affascinato la figura di Ulisse e mi sono sempre sentita così, pronta a solcare le onde della vita, a coglierne le meraviglie. Per la prima volta mi rendo conto di non aver badato alla Penelope dentro di me, che mi fa sognare al mattino e ammainare le vele alla sera. Con questa nuova prospettiva credo si sia aperto un varco, una possibilità, per andare oltre, soprattutto mentale. Lo spieghi molto bene: vivere di scrittura non è una vera e propria occupazione, perché questo è il mindset con cui molti di noi sono stati educati. Io sono in prima fila. Attendo il prossimo post con trepidazione. Grazie!

    • Grazie Mirtis per il tuo commento! Mi fa piacere che ti riconosci in quanto ho scritto. La presa di coscienza è il primo concreto passo che dobbiamo fare per affrontare un cambiamento. Io amo il mito di Ulisse e Penelope, si presta a così tante letture e inoltre credo che siano la personificazione delle due polarità che coesistono in equilibrio, tuttavia Penelope ce l’ho nel cuore, per me rappresenta la pazienza, il riferimento, la regola, a Penelope accordo sempre il ruolo di punto di inizio e fine del ciclo di Ulisse. Li ritroveremo di sicuro nei miei articoli…

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