L’originalità di un romanzo risiede solo in un’idea strepitosa?

Chi di noi vorrebbe leggere un romanzo banale? Direi proprio nessuno, nonostante questo gli scaffali delle librerie spesso sono ingombri di storie tiepide e racconti fin troppo prevedibili che, quando ne abbiamo uno tra le mani che ci incolla alla pagina, sembra quasi un’eccezione.

Eppure dovrebbe essere il contrario.

Sì, perché leggere, rappresenta uno dei modi in cui la maggior parte delle persone impiega il suo tempo libero e, se è vero che il tempo è una delle cose più preziose che abbiamo, allora il pubblico si merita solo storie originali.

Devono essere racconti che lasciano un segno, quella sorta di malinconia perché quella storia si è conclusa, quando giriamo l’ultima pagina, e il rammarico che non ci sia una pagina in più.

Anche solo per questo motivo l’originalità deve essere non solo cercata, ma inseguita fino a essere acciuffata e fatta diventare il sale con cui condiamo la nostra storia: un romanzo non originale è come una zuppa scondita.

Ogni scrittore dovrebbe tatuarsi questo sulla mano con cui scrive, per essere sicuro di avere questo memento davanti agli occhi ogni volta che prende in mano la penna per abbozzare una storia.

Quando in una storia si parla di originalità?

Quando parliamo di originalità, non ci dobbiamo però fermare all’idea primaria del romanzo: sarebbe troppo facile.

L’originalità deve anche permeare i costituenti del romanzo stesso, infatti bisogna saper lavorare su

  • personaggi
  • mondo narrativo
  • punto di vista
  • montaggio delle scene e ritmo
  • intreccio dei piani temporali
  • ottica e prospettiva con cui si guarda alle vicende e alla storia nel suo complesso

Non bisogna dimenticare che è soprattutto nei personaggi che risiede una percentuale importante dell’originalità di una storia e quindi del suo successo, ma non solo.

In alcuni generi, come lo storico o il fantasy, è per contro il mondo narrativo a costituire il nucleo che ospita gli aspetti che conferiscono gran parte dell’originalità alla storia.

Infine la costruzione di un intreccio accattivante, con spunti che incuriosiscano il lettore e gli promettano di esplorare qualcosa di nuovo è fondamentale per conferire originalità al romanzo.

I seven plot di Booker: dinamiche su cui lavorare per rendere una storia originale

Booker ci insegna che esistono i sette plot (per chi non lo ha letto, consiglio il libro “The seven basic plots”): ci sono sette strutture primarie che nel loro complesso coprono tutte le storie raccontabili.

I plot di Booker sono binari su cui decidiamo di far scorrere il nostro treno, ma la scelta di quali vagoni, quale locomotiva e quale paesaggio attraversare sono ciò che rendono quel viaggio unico. L’originalità è questa: saper scegliere questi elementi.

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L’originalità non è un orpello: è parte della struttura.

Booker ti regala le dinamiche e sono un indubbio punto di partenza, ma l’originalità di un romanzo siamo noi a doverla trovare e questo lo si può proprio fare lavorando sugli elementi che costituiscono la nostra storia e che abbiamo appena visto.

Mettere alla prova l’originalità di una storia

Vestire la nostra Idea con l’abito giusto è indubbiamente il regalo migliore che possiamo farle al fine di scrivere una storia che si faccia ricordare.

Ma come capire se la nostra Idea è interessante: semplice, dobbiamo metterla alla prova!

Non sto parlando di assoldare legioni di beta reader, ma di essere noi stessi capaci, in prima battuta, di testare la sua efficacia.

Vi chiederete come. L’azione fondamentale, indiscutibile, è la ricerca, nel panorama dei romanzi già pubblicati, di storie che abbiano affinità con la nostra Idea, con lo scopo di raccogliere più informazioni possibili su come sia già stata declinata.

Non dobbiamo fermarci a leggerla, è necessario “squartarla” e analizzarne ogni elemento, non solo per comprendere se stiamo per metterci a scrivere un déjà-vu, ma anche per cogliere le sfumature con cui la nostra Idea è stata gestita in quei romanzo e capire come possiamo migliorare il nostro modo di raccontarla.

La consapevolezza di ciò che esiste già è il recinto oltre il quale dobbiamo lanciare al galoppo la nostra creatività.

I temi di un romanzo e l’idea: un connubio non scontato

Quando però abbiamo individuato la nostra Idea dobbiamo amalgamarla con i temi che vogliamo portare avanti nella nostra storia e conseguentemente con il messagio che vogliamo trasmettere al lettore.

Dolore, amicizia, vendetta: i temi non sono infiniti, ma è il modo in cui vengono tagliati, osservati, scomposti e ridistribuiti che fa, la differenza.

Bene o male tutto è già stato detto o scritto, bisogna quindi trovare il modo migliore per raccontarlo in maniera nuova, accattivante, diversa: come non è ancora stato raccontato.

L’originalità ha le sue declinazioni è questo il vero segreto che ogni autore deve comprendere e sono convinto che è proprio questo l’aspetto in cui il talento di chi scrive gioca il ruolo più importante.

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Luca Redaelli

Un passato da manager e una passione sfrenata per tutto ciò che è scritto.

Un lettore onnivoro che ha deciso di vivere di parole, con la consapevolezza che la passione per la scrittura è niente senza uno studio costante e il coraggio di guardarsi dentro

Sempre più convinto che il cambiamento sia l'unica regola per vivere davvero e l'ironia sia un buon esercizio di intelligenza.

Nel tempo libero si diletta ai fornelli e ama il trekking in montagna, ma non perde occasione per preparare la valigia e partire per una nuova meta, soprattutto alla scoperta del suo amato Oriente.

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