Il mondo narrativo è la guest star del romanzo storico

Se avete letto un romanzo storico vi sarete per forza accorti che esiste un protagonista senza il quale tutta la narrazione non sta in piedi. No, non si tratta di un personaggio in carne e ossa, bensì del mondo narrativo: infatti senza di lui la storia che volete raccontare perde di significato.

Tecnicamente la costruzione di un mondo narrativo coerente, vivido e realistico è uno degli stilemi di genere da rispettare per questo tipo di romanzi, in quanto è proprio ciò che i lettori cercano, per rivivere in maniera immersiva l’epoca proposta dalla storia.

È talmente importante che, quando si decide di scrivere un romanzo storico, il primo elemento con cui bisogna misurarsi è proprio la scelta del piano temporale in cui vogliamo ambientarlo e la definizione di tutti i suoi aspetti.

Progettare un mondo narrativo nel passato impone delle regole alla nostra scrittura

Decidere l’epoca in cui ambientare la nostra storia è determinante, in quanto condiziona una serie di scelte collaterali importanti che entreranno a gamba tesa nelle vicende che vogliamo raccontare.

Individuare un intervallo storico specifico fissa automaticamente una serie di regole che non potremo ignorare durante la stesura del romanzo, pena la non coerenza e il tradimento del patto con il lettore. Infatti ogni epoca è caratterizzata da:

  • Specifiche ambientazioni e atmosfere
  • Precise regole e strutture sociali
  • Eventi storici salienti
  • Clima culturale e religioso
  • Mode e stili di vita
  • Aspetti della vita quotidiana
  • Grado di tecnologia

Già solo con questo primo elenco, che si potrebbe ulteriormente dettagliare,  si può ben comprendere come scegliendo un’epoca specifica scaviamo profonde trincee di confine entro cui dovremo edificare la nostra storia

Interessante è vedere la trattazione che Pinardi e De Angelis (Mondo Narrativo, Lindau 2008), fanno degli elementi costituenti di un mondo narrativo e che consiglio come traccia da seguire per progettarne uno efficace.

Infatti per prima cosa dovremo conoscere tutti questi elementi in maniera precisa con il grado di dettaglio migliore possibile, per poter assicurare il successo del nostro romanzo, soprattutto tra lettori esigenti, che fanno dell’immersività in un’altra epoca una delle ragioni principali della lettura di questo genere.

Va da sé che una premessa simile porti immediatamente a fare tre categorie di considerazioni:

  • L’accuratezza del mondo narrativo, inteso come ambientazioni e temporalità, di cui fa parte la Storia con la “S” maiuscola, è direttamente proporzionale alla riuscita della storia
  • Un errore nella gestione del mondo narrativo ha ripercussioni catastrofiche sulla veridicità della storia e la sua coerenza
  • Per poter scrivere di un’altra epoca bisogna conoscerla e per farlo l’unico modo è studiarla.

In queste tre osservazioni risiede il grande lavoro che un autore di romanzi storici deve affrontare ancor prima di pensare di scrivere una sola riga.

Studiare il passato è la chiave per progettare un mondo narrativo di successo

La fase preparatoria della stesura di un romanzo storico è a tutti gli effetti complessa, fatta di studio e nutrita da un’insaziabile curiosità che porta a scovare quei dettagli che, inseriti nella narrazione, regalano davvero un viaggio in un altro tempo.

Gli scrittori di romanzi storici non devono solo vivere passivamente questa fase  preparatoria, bensì è proprio un’attitudine tra il sistematico e l’investigativo che fa di loro dei perfetti architetti di mondi narrativi.

Lo studio non è solo necessario per capire tutti gli aspetti che caratterizzano il periodo scelto, ma serve soprattutto per padroneggiarlo dall’interno. L’autore deve letteralmente diventare un uomo di quell’epoca, deve sforzarsi di pensare e agire come un uomo diverso che abiti un tempo che non è il suo.

Questo è l’unico modo per restituire un romanzo che non sia la cronaca di qualcosa, ma uno spaccato di un’epoca diversa e regali al lettore il tempo che avrebbe voluto vivere.

La trappola delle attualizzazioni nella narrativa storica ridicolizza una storia.

Senza uno studio accurato, ma soprattutto un’attitudine che porta a calarsi completamente nell’epoca storica che si è scelta come palcoscenico della storia, errori macroscopici attendono l’autore dietro l’angolo, primo fra tutto le attualizzazioni.

Infatti l’inserimento di azioni, oggetti, abitudini e convenzioni sociali che non appartengono al tempo in cui si svolgono le vicende rende poco credibile tutto l’impianto narrativo e ha come conseguenza l’annullamento del patto di fiducia con il lettore.

Provate a pensare a un gladiatore che guarda l’orologio per controllare quanto manca a entrare nell’arena: dopo un primo sorriso imbarazzato, come bollereste quel romanzo?

Questo è sicuramente un esempio grossolano, ma rende davvero bene l’idea.

Il potere del luogo in cui si svolge la storia: la declinazione di un’epoca

Se volessimo essere più sottili, pensate a un romanzo ambientato nel sud degli Stati Uniti, negli anni Trenta, in cui il sindaco di una cittadina è una donna di colore: situazione alquanto inverosimile visto il regime di segregazione razziale esistente in quell’area a quell’epoca.

Questo secondo esempio mostra un aspetto importante: il quadro dell’epoca deve essere necessariamente contestualizzato nella specifica area geografica in cui decidiamo di far svolgere gli avvenimenti.

È fondamentale legare un periodo storico a un territorio perché è questo che fa declinare i parametri epocali nella realtà che vogliamo raccontare.

Pensate solamente di raccontare la seconda guerra mondiale nel ghetto di Varsavia o in piccolo paese del Midwest: il quadro epocale è lo stesso ma quanto saranno diversi gli elementi, i dettagli e le storie che potrete narrare?

La Storia è la madre del conflitto esterno dei personaggi: non si può ignorare

La corretta trattazione dei fatti storici è infine un dictat che non solo deve essere rispettato, ma che occorre anche saper maneggiare con cura, non solo rispettando e citando correttamente gli eventi e i personaggi storici, ma anche inserendoli fluidamente nel racconto senza che appaiano come un infodumping molesto che va a colpire la rotula della narrazione.

Inoltre la storia, in questo genere di romanzi, è anche la madre del conflitto esterno dei personaggi. Uomini e donne di epoche diverse si trovano ad affrontare contesti sociali e problemi differenti, non solo nella modalità, ma anche nella sostanza.

I grandi eventi dell’epoca in cui vivono li pongono di fronte a conflitti e scelte che non possono evitare: si pensi semplicemente a un periodo di guerra o a un contesto politico dittatoriale ad esempio.

Quindi l’epoca scelta condiziona la costruzione dei personaggi non solo nel loro aspetto e nel loro ruolo nella società, ma soprattutto nel loro modo di pensare e nei loro conflitti con l’epoca e il mondo che vivono.

Senza conoscere il contesto, lo sviluppo dei conflitti e dell’arco evolutivo dei personaggi difficilmente originerà un risultato efficace e coerente.

Come progettare un mondo narrativo a prova di lettore

Il mondo narrativo è quindi l’effettivo punto di partenza da cui discende tutta la progettazione di un romanzo storico e, proprio per la sua strategica importanza, occorre dedicargli il giusto tempo e una buona dose di indagine.

Scrivere un romanzo storico non può quindi prescindere da una fase di approfondimento e studio iniziale, che è l’unica che può garantire il successo dell’opera.

Senza spenderci il giusto tempo e il giusto approfondimento il risultato finale potrà essere sì leggibile, ma sicuramente sarà poco coinvolgente ed esposto a errori che potrebbero far allontanare il lettore.

Nei percorsi di coaching narrativo di Apostrofo Ribelle puoi approfondire queste tematiche e trasformarle in strumenti operativi per arrivare alla prima stesura del tuo manoscritto: un ottimo modo per cominciare con il piede giusto la scrittura della tua prima opera.

Perché il vero segreto per scrivere un romanzo storico è trasferirsi in un’altra epoca per tutto il periodo della stesura del testo: se non si è disposti a farlo, allora meglio scrivere storie di un altro genere!

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Luca Redaelli

Un passato da manager e una passione sfrenata per tutto ciò che è scritto.

Un lettore onnivoro che ha deciso di vivere di parole, con la consapevolezza che la passione per la scrittura è niente senza uno studio costante e il coraggio di guardarsi dentro

Sempre più convinto che il cambiamento sia l'unica regola per vivere davvero e l'ironia sia un buon esercizio di intelligenza.

Nel tempo libero si diletta ai fornelli e ama il trekking in montagna, ma non perde occasione per preparare la valigia e partire per una nuova meta, soprattutto alla scoperta del suo amato Oriente.

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6 commenti

  1. Trasferirsi armi e bagagli in una villetta a Colleville-sur-Mer affacciata sul mare della Normandia a scrivere mentre le maree si ritirano e tornano a inghiottire la spiaggia, aspettando di intravedere all’orizzonte la flottiglia dello sbarco e udire la cornamusa di Piper Bill alla testa delle truppe scozzesi. Sono d’accordo con te!

  2. Le regole enunciate dovrebbero, anche, soprattutto, costituire il codice di comportamento di chi vive intensamente in rete e fa di Facebook (ora Meta) il mondo nel quale esistere.
    Forse sono fuori tema?

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